La Servitù
“Quando ripenso agli anni che ho passato a servizio, mi capita spesso di domandarmi perché il nostro lavoro fosse cosí poco considerato. Perché, per esempio, ci appioppassero senza tanti complimenti l’etichetta di «serve». Forse, mi dicevo spesso, dipendeva dalla natura intima dei nostri doveri, tutto quel servire e riverire persone che erano assolutamente in grado di badare a se stesse, eppure poco ci mancava che li imboccassimo. Per certi versi non si può dire che fossimo trattati molto meglio degli schiavi, dato che i padroni regolavano ogni aspetto della nostra vita: gli orari, i vestiti che indossavamo – sul lavoro, d’accordo, ma in un certo senso anche quando eravamo fuori casa. Persino il poco tempo che avevamo per noi era dominato dal pensiero che «bisogna rientrare al più tardi entro le dieci». Decisamente non eravamo liberi. “
I membri della Servitù sono un gruppo di uomini e donne che sanno come va davvero il mondo.
Sanno che la vita è fatta di fatica, lavoro e pochi penny. Sebbene il grado di libertà personale sia simile a quella di uno schiavo, il ruolo del servo di casa è un ruolo ambito fra le masse di poveri che affollano le strade perché garantisce un pasto caldo, un letto pulito su cui dormire e la possibilità di mettere da parte qualche risparmio per la vecchiaia. Per i più tradizionalisti servire un aristocratico o un ricco borghese è un privilegio e un onore, che li rende parte di un mondo alto e nobile, generatore di ordine e progresso. Per i più moderni, la servitù può essere vissuta in modo conflittuale e percepita come un'ingiustizia, ma ciò non toglie che lavorare nei salotti buoni è ben più leggero, pulito e remunerativo che spaccarsi la schiena in fabbrica. Fra di loro si possono trovare il fedele maggiordomo, la serva vessata dalle avances di un Lord, la governante severa e tradizionalista, la domestica timorata di Dio, il valletto con ambizioni artistiche e addirittura chi ha sposato, in segreto, le nuove idee rivoluzionarie.
Nei quartieri della SERVITÙ si cela, più dimessa e senza clamori, un'umanità varia e ricca, non di denaro o potere, ma di segreti, aspirazioni, ricatti, sentimenti negati, ambizioni, lealtà e tradimenti.
Di norma i Signori considerano infatti i servi alla stregua di cani fedeli o soprammobili senza orecchie, ignorano la loro presenza e parlano di intrighi e passioni scabrose senza freni o remore. Per questo le cucine, le lavanderie e i quartieri dei domestici diventano luogo di pettegolezzi, verità troppo grandi o imbarazzanti che vengono sussurrate, in un misto di disapprovazione ed invidia.
Andare a servizio nelle dimore eleganti di signori e signore dell’alta borghesia significa lavorare come sguatteri in cucine e cantine, sopportare fatiche immani per l’intera giornata ed essere pronti a soddisfare le richieste del padrone. Il tutto è da compiersi seguendo un rigido codice comportamentale in cui spesso è vietato intrattenere relazioni con l'altro sesso o avere ammiratori e visite. L’aspetto dei domestici deve essere sempre ordinato e pulito, la compostezza e l'educazione imprescindibili anche nelle case dei signori più liberali, figuriamoci in quei salotti all'antica in cui è vietato rivolgere la parola al padrone di casa se non interpellati.
Mancare anche solo ad una di queste regole può comportare l’immediato licenziamento, una cattiva nomea e la conseguente difficoltà di trovare un’occupazione in un’altra casa.
La reputazione e la lealtà contano molto di più delle effettive competenze.
Di contro, una buona condotta, che include magari di accettare con modestia le avances dei signori ma di non dare confidenza al resto del personale o ai fattorini che passano per casa, può elevare il domestico, socialmente ed economicamente. Sono pochi coloro che non ambiscano a ruoli di comando e prestigio, come soprintendente, governante, cameriera o valletto personale, mastro di casa, permettendo così di riscattarsi e di entrare in un mondo gerarchicamente organizzato, a immagine e somiglianza di quello “ai piani alti”. I quartieri dei domestici sono niente meno che lo specchio capovolto dei salotti sovrastanti: un mondo tradizionale in cui la divisione fra classi ricche e classi povere è nettissima ed esiste un vero e proprio abisso culturale, di linguaggio, economico e di libertà.
Note sulla scelta del personaggio Servo
Se desideri giocare un personaggio dalla vita difficile, che vive il tema della differenza di classe o dell’ingiustizia sociale, che non deve avere un costume troppo ricercato e che, godendo dell'"invisibilità" del suo ruolo sociale è libero di impicciarsi in ogni intrigo; o se semplicemente vuoi pagare meno il live, allora il personaggio SERVO è quello che fa per te.
Vista, infatti, la necessaria partecipazione nei ruoli di corvée (ad esempio fornire un aiuto nel preparare e servire i pasti) per rendere il live più realistico abbiamo considerato una quota di iscrizione ridotta per questo tipo di personaggio. A tutti i SERVI verrà inoltre fornito una parte di costume ovvero un grembiule da cameriera con crestina per le donne e un semplice grembiule per gli uomini.