Non tutti sembrano contenti della sua presenza, ma il Sommo Gerarca, nella sua immensa saggezza, deve aver deciso che la diplomazia non è il forte dei militari, e che politici e mercanti spesso vengono distratti dai loro affari. Il suo invece è un compito ben preciso: raccogliere informazioni, ascoltare, intavolare trattative e proporre soluzioni affinché questa guerra venga vinta nel modo più efficiente e indolore possibile.

Non importa chi sia Mastro conciatore, capo bottega, l'importante è che il suo talento venga riconosciuto e che riesca a fare carriera. Ambisce a una posizione diversa da quella di semplice apprendista, e non ne fa alcun mistero, è il duro lavoro che conta, non la lealtà.

Il mondo è diviso, e alla fine di questa guerra non sarà solo un esercito a prevalere, ma anche una cultura, un sistema di valori, un'idea. Per alcuni Novigrad rappresenta l'ardore della fede e la lotta all'empietà nelle sue mille insidiose forme, per altri Novigrad rappresenta i commerci, il denaro e l'assenza di un potere stabilito per nascita: i nobili di antico lignaggio a Novigrad sono cittadini come gli altri, sono il censo e la fede a fare la differenza. Per altri ancora Novigrad rappresenta l'unica alternativa all'Impero, colpevole di aver portato guerra e distruzione già in passato. Alcuni tra coloro che preferiscono la vittoria di Novigrad e della Fiamma Imperitura hanno scelto la via che ritengono più giusta, solida o conveniente, ma c'è anche chi ha semplicemente scelto il male minore.

Considera i libri preziosi al pari di un gioiello perché la scrittura è un'arte. Forse la più importante di tutte. Saper leggere e scrivere da un vantaggio che molti sottovalutano, e i libri sono tutti preziosi, tutti meritano di essere letti, cosa ne faccia il lettore poi è una sua libera scelta. Il sapere è sacro.