L'amore per Novigrad e per la Fiamma Imperitura ha mosso i suoi passi lungo la scala gerarchica dell'esercito. E' un onore fare parte della delegazione inviata alla Cittadella, ma diversi dei suoi compagni di viaggio non incontrano affatto il suo favore. Le scelte del Sommo Gerarca non si discutono, ma è compito di ogni fedele vigilare sull'operato anche dei propri fratelli, e ha intenzione di vigilare con grande zelo. E' spesso in disaccordo con Edward Radoslaw ^{CAPITANO RAZIONALE}, e nutre una sana rivalità con Vanya Mazur ^{SINISCALCO DELLA FIAMMA}.

Si occupa della salute dei membri della Compagnia. Non solo delle ferite, ma anche di piattole, malattie alle parti basse, indigestioni. Non c'è nulla di emozionante nel suo lavoro, solo tanta pazienza.

Il mondo è diviso, e alla fine di questa guerra non sarà solo un esercito a prevalere, ma anche una cultura, un sistema di valori, un'idea. Per alcuni Novigrad rappresenta l'ardore della fede e la lotta all'empietà nelle sue mille insidiose forme, per altri Novigrad rappresenta i commerci, il denaro e l'assenza di un potere stabilito per nascita: i nobili di antico lignaggio a Novigrad sono cittadini come gli altri, sono il censo e la fede a fare la differenza. Per altri ancora Novigrad rappresenta l'unica alternativa all'Impero, colpevole di aver portato guerra e distruzione già in passato. Alcuni tra coloro che preferiscono la vittoria di Novigrad e della Fiamma Imperitura hanno scelto la via che ritengono più giusta, solida o conveniente, ma c'è anche chi ha semplicemente scelto il male minore.

Quando in pochi avevano il coraggio o la necessità di viaggiare ha affrontato pericoli, guerra e gelo lungo strade e sentieri ormai dimenticati. Ha visto e sentito storie terribili e fatto strane amicizie, perché v'è un'alternativa peggiore di viaggiare con un nemico, ed è viaggiare da soli. Di necessità si fa virtù, e queste genti da ogni dove possono dirsi, sebbene sottovoce, buoni amici.