Probabilmente fu tra i primi a schierarsi per Novigrad, e per questo guida le fila dei Rossi in città. Non di meno ha idee meno radicali dei suoi compagni, e non di rado fa fatica a tenerli in riga, in particolare Klaus Var Linden ^{BRACCIO DESTRO ROSSO} e Narissa Var Linden ^{TESTACALDA ROSSO} creano non poche gatte da pelare.

Non esiste un capo bottega in quella che era la Bottega Novak e ora funge da laboratorio alchemico e da ospedale da campo. Ufficialmente l'autorità è la sua, ma spesso deve combattere contro Léon Benedek ^OSPEDALIERE per gli spazi, il personale e teme che presto o tardi qualcosa vada storto.

Il mondo è diviso, e alla fine di questa guerra non sarà solo un esercito a prevalere, ma anche una cultura, un sistema di valori, un'idea. Per alcuni Novigrad rappresenta l'ardore della fede e la lotta all'empietà nelle sue mille insidiose forme, per altri Novigrad rappresenta i commerci, il denaro e l'assenza di un potere stabilito per nascita: i nobili di antico lignaggio a Novigrad sono cittadini come gli altri, sono il censo e la fede a fare la differenza. Per altri ancora Novigrad rappresenta l'unica alternativa all'Impero, colpevole di aver portato guerra e distruzione già in passato. Alcuni tra coloro che preferiscono la vittoria di Novigrad e della Fiamma Imperitura hanno scelto la via che ritengono più giusta, solida o conveniente, ma c'è anche chi ha semplicemente scelto il male minore.

Ha perso qualcuno in guerra, e da allora il dolore della perdita è stato un compagno costante, un fardello greve da cui però è impossibile separarsi. Forse parlarne con quei pochi che possono capire davvero aiuterà...