E' tradizione alla Cittadella che prima e durante il matrimonio qualcuno tra gli amici dello sposo o della sposa ordisca elaborati scherzi e sorprese per intrattenere i concittadini. In queste circostanze, ogni burla è lecita, e priva di conseguenze. Di certo il borgo ha un disperato bisogno di ridere e divertirsi, e così l'Anima della Festa ha ogni intenzione di stupire i suoi compaesani... il potere di poter ridicolizzare chiunque non è poca cosa, specie in un momento di tensione come quello che sta vivendo la Cittadella.

Lavora alla taverna ''Lillà e Uvaspina''. E' un lavoro sicuro, pagato discretamente, ma soprattutto è un lavoratore molto apprezzato da Theseus Isenbrand ^{PADRONE DI ''LILLà E UVASPINA''}: non manca mai di raccontare storie dei tempi andati ai clienti.

Il mondo è diviso, e alla fine di questa guerra non sarà solo un esercito a prevalere, ma anche una cultura, un sistema di valori, un'idea. Per alcuni Novigrad rappresenta l'ardore della fede e la lotta all'empietà nelle sue mille insidiose forme, per altri Novigrad rappresenta i commerci, il denaro e l'assenza di un potere stabilito per nascita: i nobili di antico lignaggio a Novigrad sono cittadini come gli altri, sono il censo e la fede a fare la differenza. Per altri ancora Novigrad rappresenta l'unica alternativa all'Impero, colpevole di aver portato guerra e distruzione già in passato. Alcuni tra coloro che preferiscono la vittoria di Novigrad e della Fiamma Imperitura hanno scelto la via che ritengono più giusta, solida o conveniente, ma c'è anche chi ha semplicemente scelto il male minore.

La Cittadella sembra essersi congelata in questo inverno innaturale, come a rimandare il tempo in cui dovrà prendere una decisione: appoggiare Novigrad o l'Impero. Sono forse finiti i tempi delle feste, dello sfarzo e dei balli? Questo è quello che si chiede da diversi mesi. Fa parte di un circolo di menti elette che credono che tutti possano guadagnare di più se la Cittadella rimarrà incolume da questo conflitto.