Prova un orgoglio smisurato nel fare parte dei Cavalieri del Tempio della Fiamma e cerca di dimostrarlo in ogni circostanza. Cerca di obbedire agli ordini, ma talvolta i suoi imperativi morali sono più forti, e spesso il desiderio di essere ''senza macchia e senza paura'' cozzano con le reali necessità di una guerra. Non di meno coltiva la sua idea romantica di sé, della Fiamma e del mondo che sarà, e sa che per avere ragione deve anche coltivare l'ambizione del comando.

Apprezza i grandi sforzi di Rickard Rozewicz ^{CAPO BOTTEGA ARMORIERE} e vuole il bene della bottega. Cerca di mediare tra le esigenze e le posizioni dei colleghi, ma non è cosa semplice, specie quando si è puntato tanto su un sogno che rischia di infrangersi. Tiene duro, e cerca di essere il collante di tutti.

Il mondo è diviso, e alla fine di questa guerra non sarà solo un esercito a prevalere, ma anche una cultura, un sistema di valori, un'idea. Per alcuni Novigrad rappresenta l'ardore della fede e la lotta all'empietà nelle sue mille insidiose forme, per altri Novigrad rappresenta i commerci, il denaro e l'assenza di un potere stabilito per nascita: i nobili di antico lignaggio a Novigrad sono cittadini come gli altri, sono il censo e la fede a fare la differenza. Per altri ancora Novigrad rappresenta l'unica alternativa all'Impero, colpevole di aver portato guerra e distruzione già in passato. Alcuni tra coloro che preferiscono la vittoria di Novigrad e della Fiamma Imperitura hanno scelto la via che ritengono più giusta, solida o conveniente, ma c'è anche chi ha semplicemente scelto il male minore.

Vuole fare la sua parte per garantire a fratelli e sorelle la salvezza dell'anima. La Fiamma, quella vera, rimane viva se ogni scintilla di cui è composta è volta a mantenere vivo il cuore della fede.