🌱Essere contemporaneamente in buoni rapporti con Dria Novak ^{FANTE DI CUORI} e Miloslav Novak ^{ASSO DI BASTONI} non è semplice, certo, se entrambi non cercassero attivamente di avere il suo supporto forse le cose non sarebbero maledettamente complicate. Invece entrambi fanno pressioni, ed entrambi hanno rivelato una parte dei loro piani. Una situazione impossibile.

E' la persona di riferimento alla fureria, l'ufficio militare della Compagnia, preposto alla gestione organizzativa e amministrativa, come ad esempio la stesura degli incarichi giornalieri, o delle licenze, dei trasferimenti e delle promozioni. Stila i rapporti e controlla che gli ordini vengano eseguiti. Insomma, c'è chi con derisione sussurra ''segreteria'' a chi chiede di cosa si occupi. Tiene un diario della Compagnia e si dice che sieda forzosamente dietro una scrivania, non si sa se per qualche errore, per tenerne il culo in salvo, o per codardia.

Il mondo è diviso, e alla fine di questa guerra non sarà solo un esercito a prevalere, ma anche una cultura, un sistema di valori, un'idea. Per alcuni l'Impero rappresenta una pace finalmente duratura e stabile, che metta a tacere per sempre i litigiosi nobili del Nord e gli ambiziosi e opulenti mercanti di Novigrad, lasciando spazio a potere e ricchezza in mano a nuove famiglie o individui. Per altri l'Impero rappresenta la fine dell'oscurantismo religioso, la possibilità di studiare, conoscere, sperimentare senza paura di finire al rogo, anzi, venendo premiati. Vi è anche chi ha questioni personali in sospeso, con Novigrad o con la Fiamma Imperitura, e appoggiare la vittoria Imperiale significa vendicarsi, o pareggiare i conti. La scelta per alcuni è stata motivata da una profonda convinzione, o dalla convenienza personale, altri hanno semplicemente scelto il male minore tra i due.

I suoi occhi attenti vigilano sul decoro della Cittadella. Non desidera che quel che capitò alla Fiera d'Estate si riproponga nuovamente. Si ritrova con altri benemeriti concittadini per scambiare pareri, informazioni e preoccupazioni. Guai a chiamarli pettegolezzi!