Galleria [Novigrad - run 1]

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Cittadella

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STORIA DELLA CITTADELLA

In un tempo lontano, che solo gli anziani del paese ricordano, il castello era la dimora della nobile famiglia Grunwald e nel borgo cinto di mura risiedevano i loro cavalieri e alcune famiglie di artigiani e braccianti loro sudditi.

Ben prima che i venti di guerra spazzassero la regione, nella cittadella covava rancore: gli eccessi e le ambizioni del barone, le tasse inique, la crudeltà nell’amministrare giustizia furono solo alcune delle cause della rivolta.
Gli Altendorf, ricca famiglia di stampatori e vera eccellenza del paese, e l’autorevole casata di cavalieri Godfrei furono i promotori di una sommossa cittadina che portò all’assassinio dell’ultimo barone Valick Grunwald e della sua discendenza, e alla fondazione di un borgo libero, amministrato da un consiglio cittadino eletto tra le famiglie. Il censo, e non più il sangue, regolava il controllo della Cittadella.
La potente e vicina città indipendente, Novigrad, fu certo un’ispirazione forte per i rivoltosi, ma c’è chi dice che non fornì solo l’esempio, ma anche denaro e armati per supportare la caduta dei Grunwald. Il primo Consiglio Cittadino, infatti, deliberò che il borgo sarebbe stato sotto la protezione di Novigrad, per favorire i commerci e proteggere la novella libertà dalle mire degli avidi baroni dei Regni del Nord.

Collegate da una strada che taglia la lugubre foresta di Grunwald, la Cittadella e Novigrad erano legate da vantaggiosi accordi commerciali e da un sistema di tributi da pagare alle casse della grande città, in cambio di protezione e della manutenzione della strada. Furono tempi d’oro quelli, ricchi di ambizioni e speranze, la Cittadella prosperava e la piccola fiera annuale, Il Mercato d’Estate, divenne di anno in anno sempre più frequentata e lucrosa.

Considerata quasi un quartiere molto periferico di Novigrad, la Cittadella fu anche il refugium peccatorum di alcune famiglie e individui che col tempo ritennero più saggio, o più sicuro, trasferirsi lontano dalla città. La potente Chiesa della Fiamma Imperitura di Novigrad, zelante e spietata nello scovare ed estirpare ogni forma di perniciosa magia, talvolta volgeva il suo sguardo anche su rispettabili artigiani, studiosi, alchimisti ed erboristi.
Nei drammatici mesi noti come il periodo della Grande Purga, le famiglie Rozewicz, Dabrowska e Novak trasferirono dimora e bottega tra le mura della Cittadella, portando ricchezze e saperi preziosi.

La regione, da sempre teatro di dispute territoriali dei litigiosi baroni del Nord, era in pace da decenni quando il potente Impero allungò il suo guanto armato su quelle terre.
Giunse la guerra, e con essa la rovina, la miseria, l’abbandono e, da ultima, la peste.

Lunghi anni di scontri sprofondarono il territorio nella disperazione. L’Impero conquistò la vicina roccaforte di Zelenkirchen, ma non riuscì ad annettere ai propri confini le regioni del Nord, né Novigrad e i suoi dintorni, com’era nei piani.
Durante l’estenuante tempo di guerra, profughi e poveracci si spostarono in cerca di una nuova casa, ma accadde anche che ufficiali e soldati dell’Impero bruciassero la propria casacca e seppellissero le proprie insegne per sposare una donna locale o per stabilirsi in fattorie e paesini ormai abbandonati o decimati.

Quando l’Impero si ritirò, lasciando dietro di sé una terra martoriata e in ginocchio, alla Cittadella si erano aggiunte due nuove famiglie, gli Isenbrand, profughi fuggiti da Zelenkirchen, e i Var Linden, ex soldati imperiali che avevano deciso di restare.

Trent’anni sono passati dall’inizio di quell’infausto conflitto, ormai la temibile peste che ne seguì non miete vittime da oltre 4 inverni ed una tiepida speranza di tornare ai fasti di un tempo si è diffusa tra le famiglie della Cittadella.
I rapporti con Novigrad, sia politici che commerciali, sono ancora in essere, ma la distanza tra la grande città e il borgo si è acuita sempre più. Una distanza che era anche e soprattutto fisica, perché in tempo di guerra la strada attraverso la foresta di Grunwald era diventata pericolosa e il ponte che rendeva il viaggio breve era stato distrutto. Per lungo tempo la Cittadella fu isolata da Novigrad e solo grazie agli sforzi di tutte le famiglie il ponte è in fase di ricostruzione e presto sarà completo.
Il Consiglio Cittadino, persuaso che sia tempo di tornare a ricostruire, investire e guardare lontano, ha organizzato un nuovo Mercato d’Estate. La speranza è che la fiera un tempo nota nella regione come nei regni circostanti sia il traino che spingerà la Cittadella verso un futuro più prospero.

Altendorf

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FAMIGLIA ALTENDORF


Bottega: Ricchi Borghesi Stampatori

Gli Altendorf sono una delle due famiglie originarie della Cittadella. Un tempo erano sudditi del Barone Grunwald, poi, in combutta con i Godfrei, ordirono una congiura per deporre il barone e terminare il suo dominio nel sangue.
Il nome degli Altendorf è noto a studiosi, nobili e gente facoltosa in generale. Il laboratorio di stampa fondato dal capostipite oltre 100 anni fa è infatti uno dei più rinomati e apprezzati. La fama ovviamente attira clienti e denaro, ma anche invidia e malizia, e in passato è successo che bigotti e malelingue insinuassero che non tutti i libri stampati nella loro officina fossero innocui. La Fiera d’Estate, originariamente, fu ideata e finanziata dagli Altendorf.

Pessimi rapporti con: Dabrowska, Var Linden
Buoni rapporti con: Godfrei, Rozewicz

Dabrowska

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FAMIGLIA DABROWSKA


Bottega: Borghesi modesti, bettola e banco mercato

I Dabrowska non parlano volentieri del passato di famiglia, o del periodo d’oro, prima della guerra e dei tempi bui che ne seguirono, in cui ancora vivevano a Novigrad. Arrivarono alla Cittadella nottetempo, ai tempi delle Grandi Purghe, e furono i Godfrei a dar loro rifugio e condividere quel poco che avevano, senza far troppe domande. Se avessero denari da parte nessuno lo sa per certo, quel che avvenne fu che nel giro di pochi anni comprarono terreni e il Podere lavorando sodo, dapprima vendendo cereali e ortaggi, e poi aprendo una piccola bettola in cui servono la migliore birra del circondario. Il fatto che sia l’unica birra disponibile alla cittadella è un puro dettaglio. I Dabrowska, benché non siano affatto ricchi, sono ben considerati alla Cittadella perché gran lavoratori, riservati e onesti.

Pessimi rapporti con: Altendorf, Novak Buoni rapporti con: Godfrei, Isenbrand

Godfrei

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FAMIGLIA GODFREI


Bottega: Poveri, non hanno bottega e fanno mestieri vari

Quando la Cittadella era ancora il Castello di Grunwald, i Godfrei erano i cavalieri della nobile casata: fieri, rispettabili e benestanti. Poi, in combutta con gli Altendorf, ordirono una congiura per deporre il barone e terminare il suo dominio nel sangue. La famiglia Grunwald fu sterminata, ma il barone giocò l’ultimo tiro mancino ai suoi cavalieri dalla tomba: le casse del tesoro su cui i Godfrei contavano per avviare una bottega e nuovi commerci erano vuote. Mantennero la propria casa alla Cittadella, e acquisirono i terreni boschivi del Podere, ma la ricchezza che tanto desideravano non giunse mai. Anche grazie all’amicizia con gli Altendorf continuano a vivacchiare, vendendo i possedimenti infruttuosi e lavorando per altre botteghe e per la Cittadella. L’orgoglio di una volta non è perduto, e nonostante la povertà in cui versa la famiglia, i Godfrei pretendono lo stesso rispetto di un tempo.

Pessimi rapporti con: Rozewitzc e Isenbrand
Buoni rapporti con: Altendorf e Dabrowska
Randall Godfrei
#41 - L'otre pieno
Fedor Godfrei
#42 - La spada
Gregor Godfrei
#43 - La scalata
Morten Godfrei
#44 - Il collezionista
Solomon Godfrei
#47 - La volpe
Erik Godfrei
#48 - La luna traversa
Valerij Godfrei
#49 - Il pungiglione

Isenbrand

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FAMIGLIA ISENBRAND


Bottega: Borghesi benestanti, posseggono la Taverna

Gli Isenbrand sono originari di Zelenkirchen, e giunsero alle porte della Cittadella come profughi di guerra quando il regno fu conquistato dall’Impero. Accolti tra le mura del paese per il buon cuore degli abitanti, gli Isenbrand cercarono immediatamente di darsi da fare e farsi benvolere. Con gran sorpresa di tutti, e per loro fortuna, nella fuga erano riusciti chissà come a portare con sé una cospicua somma di denaro, tale da comprare ai Godfrei la loro antica dimora ed in breve trasformarla in una magnifica taverna. Da allora sono membri produttivi della comunità, ma è meglio non parlar bene degli Imperiali in loro presenza.

Pessimi rapporti con: Godfrei, Var Linden
Buoni rapporti con: Novak, Dabrowska

Novak

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FAMIGLIA NOVAK


Bottega: Borghesi benestanti, Liquorai e speziali

Prima di giungere alla Cittadella i Novak vivevano a Novigrad, dove per secoli hanno avuto una rispettabile bottega in cui preparavano liquori, spiriti e spezie. Stando ai loro racconti non erano né particolarmente ricchi, né particolarmente in vista, ma non di meno la politica è faccenda complicata, e i Novak si ritrovarono ad avere un nemico potente proprio in uno dei momenti peggiori in città. Erano i tempi delle Grandi Purghe, e si rischiava di finire al rogo o alla forca per una delazione o anche solo un sussurro all’orecchio della persona giusta. Fu la paura a spingere i Novak ad abbandonare Novigrad in tutta fretta. Alla Cittadella furono accolti bene, ed aprirono rapidamente bottega, ma i vecchi rancori verso Novigrad non si sono mai affievoliti e con le altre famiglie che giunsero dalla grande città non vanno molto d’accordo.

Pessimi rapporti con: Dabrowska, Rozewicz
Buoni rapporti con: Isenbrand, Var Linden
Taras Novak
#61 - Paranoia
Julija Novak
#62 - Distacco
Hector Novak
#63 - Generosità
Mikhail Novak
#65 - Influenza
Krzysztof Novak
#66 - Controllo
Drail Novak
#68 - Dolce vita
Wilhelm Novak
#70 - Invenzione

Rozewicz

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FAMIGLIA ROZEWICZ


Bottega: Ricchi borghesi, orafi

I Rozewicz sono sempre stati molto, molto ricchi. Originari di Novigrad, la leggenda vuole che il capostipite, Faustus Rozewicz, dopo aver viaggiato in tutto il continente per acquisire ogni segreto di oreficeria, fondò la bottega a Novigrad e nel giro di pochi anni divenne Consigliere della città. Educati, ricchi, di aperte vedute, i Rozewicz, forti dei loro denari e del loro prestigio, hanno sempre fatto sfoggio del proprio orgoglio. Come altri, fu al tempo delle Grandi Purghe che la famiglia decise di trasferirsi: i Rozewicz continuavano ad essere decisamente ricchi, nonostante le disgrazie di quei tempi e la rovina che era scesa su tante altre famiglie rispettabili. L’invidia, si sa, può creare parecchi danni, specie in un clima di sospetto e pubbliche esecuzioni, fu questa consapevolezza a spingerli alla fuga. Pagarono, subito, un cospicuo tributo alle casse del paese per essere accolti e aprire bottega, e da allora sono la famiglia più ricca e influente della Cittadella.

Pessimi rapporti con: Godfrei e Novak
Buoni rapporti con: Altendorf e Var Linden
Erna Rosewicz
#11 - La rabbia
Anastasija Rosewicz
#12 - Una creatura sensibile
Dunia Rosewicz
#15 - Nulla è come sembra
Gwendolin Rosewicz
#16 - La battaglia perduta
Peter Rosewicz
#17 - La sfida
Lionel Rosewicz
#19 - La malia
Sever'yan Rosewicz
#20 - Un castello di carte

Var Linden

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FAMIGLIA VAR LINDEN


Bottega: Ricchi Borghesi, tintori e sarti

I Var Linden sono di origine imperiale, benché la gran parte dei membri della famiglia siano nati alla Cittadella e quelle contrade non le abbia mai viste. Tre fratelli erano soldati durante la guerra, coscritti per la campagna imperiale, ma in patria erano borghesi ed il loro mestiere era quello di tintori, tessitori e sarti. Stanchi della vita militare e della guerra che sembrava impossibile da vincere, decisero di disertare. Trovarono rifugio in una zona montuosa non lontana dalla Cittadella, presso una donna locale rimasta orfana e vedova; uno dei fratelli se la sposò e decisero che non sarebbero più stati sudditi dell’Impero, né di nessun altro. Uno dei fratelli partì in segreto per tornare a casa, e tornò con altri Var Linden e con i segreti del loro mestiere. Alla fine della guerra, per paura che uno dei regni del nord giungesse a prendersi le loro terre, I Var Linden andarono alla Cittadella, e si accordarono per stabilirsi entro i suoi confini, contribuendo al benessere del paese con una bottega artigiana ed i proventi delle campagne. Da allora sono membri stimati della comunità, e tra i più ricchi, anche se molti compaesani non scordano le loro origini, né le atrocità commesse dagli Imperiali.

Pessimi rapporti con: Altendorf, Isenbrand
Buoni rapporti con: Novak, Rozewicz
Joselin Var Linden
#51 - Incanto
Felicja Var Linden
#52 - Candore
Epifan Var Linden
#53 - Scorza dura, cuore tenero
Cecyl Var Linden
#56 - Ottimismo
Iris Var Linden
#57 - Ghiaccio
Derek Var Linden
#58 - Prepotenza
Rickard Var Linden
#59 - La voce della ragione
Salomé Var Linden
#60 - Superbia

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Visitatori

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I VIAGGIATORI

Molti sono i viaggiatori disposti ad affrontare l’oscurità pur di raggiungere la Cittadella e la sua rinata Fiera d’Estate. Essi sono diversi fra loro, così come sono diverse le terre da cui provengono e le storie che hanno da raccontare.

Avamposto Imperiale

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L'ANELLO DELL'ALLEANZA


Viaggiatori che giungono dall’Avamposto dell’Impero: Zelenkirchen

Stranieri in terra straniera, a loro spetta il compito di sanare le antiche ferite della guerra che avvelenano il cuore di tanti loro vicini, creare nuovi scambi commerciali e alleanze. La Fiera d’Estate è l’occasione buona per cambiare le cose.

Zelenkirchen è un piccolo regno confinante con i territori di Novigrad, ed è anche stata l’unica regione conquistata dall’Impero durante la guerra. Ora è un Avamposto Imperiale e mantiene una rigida gerarchia militare al comando, che risponde direttamente all’efficiente apparato burocratico dell’Imperatore.
La delegazione in partenza da Zelenkirchen è composta da membri in vista della guarnigione ed ha ricevuto ordine di stringere proficui rapporti commerciali e politici con i regni confinanti. La missione è particolarmente ardua poiché furono soldati pari loro, con le stesse insegne che ora garriscono sulle torri della guarnigione di Zelenkirchen, a portare guerra e miseria in queste terre.
Il Capitano della Guarnigione, che ha de facto il potere di un barone, è di origini plebee e ha guadagnato servendo nell’esercito la propria posizione di comando, ma l’Imperatore, nella sua infinita magnificenza, ha promesso al Capitano un titolo nobiliare se gli incarichi affidati andranno a buon fine, si tratta di un’onorificenza che viene concessa con parsimonia e che di certo fa gola a molti. Gli Imperiali di Zelenkirchen sono tutti inquadrati nei ranghi militari ma ciascuno lascia alle spalle le mura sicure dell’avamposto con aspettative diverse, nei confronti della Fiera d’Estate, ma anche su come portare a termine gli ordini ricevuti dalla capitale, forse qualcuno ha il cuore pesante all’idea di partire, forse qualcuno non ha alcuna intenzione di tornare.
Sheala Rohan
#77 - Fuoco che brucia
Gwareth Craon
#78 - Acqua che scava
Uros Wimpffen
#79 - Ombra che striscia
Bastian Monluc
#80 - Luce che scalda
Izolda -ASSENTE- Lisiew
Disponibile
#82 - Scettro che indica
Rickard Durfort
#83 - Bastone che educa

Isola di Rimfjord

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LA RINASCITA DELL’ISOLA DI RIMFJORD


Viaggiatori che giungono dall’Arcipelago delle Sei Sorelle

Hanno attraversato il mare periglioso, per recarsi alla Fiera d’Estate, provengono dalla stessa isola, ma le ragioni che li spingono sono diverse.

Rimfjord è una delle isole più grandi dell’arcipelago delle Sei Sorelle, ed è sempre stata prospera, ricca e fortemente ancorata alle antiche tradizioni. Durante gli anni di guerra è rimasta isolata, quando il conflitto è finito sono stati risparmiati dalla peste, ma i commerci erano fermi, e con solo quello che l’isola produce la fame è stata la terrificante nemesi di questo popolo fiero. Indeboliti e decimati, la sempiterna battaglia contro le temibili bestie marine che infestano i mari è diventata sempre più ardua, interrotti i frequenti commerci, le sparute navi che ancora solcano le acque per fare scambi col continente e le barche dei pescatori vengono affondate tanto, troppo spesso.
L’isola deve rinascere, e in fretta, lo Jarl di Rimfjord è malato da anni e si sta spegnendo lentamente, non c’è accordo su quale dei figli gli succederà. Il mistico ha letto nelle Sacre Rune che gli Dei mostreranno il loro favore a uno dei due, durante un’ardua cerca oltre il mare, e dal loro successo dipenderà la prosperità dell’isola; così sono partiti. Ma c’è anche chi è convinto che non saranno misticismo o eroico coraggio a guarire i mali di Rimfjord, bensì navi veloci, commerci, denaro e alleanze. La Fiera d’Estate è la destinazione di tutti loro, legati da amicizie e parentele, ma divisi nell’immaginare il futuro e su cosa occorra per salvarlo.

Novigrad

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IL GUANTO DEL POTERE

Viaggiatori che giungono da Novigrad.

Dalla vicina Novigrad, gioiello del nord, arriva il gruppo più numeroso. La Cittadella è da oltre mezzo secolo sotto la protezione della grande città, paga le tasse, e le famiglie hanno a volte rapporti anche stretti con mercanti e personalità di Novigrad. La guerra e poi la carestia hanno reso difficili gli spostamenti e raffreddato questi rapporti. Ma la Fiera d’Estate è l’occasione per riprendere in mano i vecchi affari.

La Fiera d’Estate, prima che la guerra interrompesse questa tradizione, era molto frequentata dalla gente di Novigrad, ma ora viaggiare è un lusso che possono permettersi in pochi: è troppo pericoloso. Tra le belle vie della città gira voce che alcune famiglie siano dubbiose sul fatto che il mercato che un tempo dava lustro alla Cittadella possa ripartire, tuttavia alcune delle personalità più importanti della città hanno deciso di andare, così come un drappello di ecclesiastici della Chiesa della Fiamma Imperitura.
Per molti è l’occasione per accrescere fortuna e prestigio personali, regolare antiche dispute e accrescere il proprio potere sulla Cittadella, ma non solo. Se il tempo della rinascita è finalmente giunto, allora la Cittadella deve tornare sotto l'ala protettrice e lo sguardo attento della potente Novigrad, nella salda presa del Consiglio di Novigrad e della Fiamma Imperitura. La mano di Novigrad si allunga sul borgo, e se sarà guantata di velluto o di ferro è tutto da scoprire.
Alberich Wassertrum
#91 - l'homo sacer
Leman Dalibor
#93 - La magnitudine
Voin Kresimir
#94 - L'alpha
Edward Radoslaw
#95 - La scintilla
Zetnuag Gryf
#96 - L'immortalità
Siegfried Korzek
#98 - La virtù
Jenna Gryzmawa
#99 - Il terrore
Drogodar Wasilewski
#100 - La gazzarra

Regni del Nord

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L’ORGOGLIO DEL NORD

Viaggiatori che giungono dai Regni del Nord

Viaggiano insieme lungo la strada che conduce alla Cittadella per la Fiera d’Estate, ma provengono da regni diversi. Il cammino, insieme alle difficoltà delle terre da cui provengono, sono le uniche cose che accomunano i blasonati viandanti e i loro compari. O forse la guerra li ha uniti anche nel desiderio di rivalsa, e di vendetta.

I regni del nord hanno pagato il prezzo più salato di tutti, la guerra è stata impietosa, e così gli anni di peste e carestia che ne sono seguiti. Le disgraziate condizioni in cui versano questi territori hanno posto una tregua ai conflitti armati e ai tentativi di conquista reciproca che hanno caratterizzato questi regni in passato, ma non hanno attenuato gli odi, le invidie e le recriminazioni che da sempre li animano.
Tre piccole compagnie provenienti da nord si sono unite nel viaggio verso la Cittadella, la necessità di affrontare le perigliose strade è la ragione che li fa camminare gli uni a fianco agli altri.

Un gruppetto è partito dal baronato di Rostov: estese foreste fin dove l’occhio si perde, fitte e ombrose, villaggi e castelli lungo il fiume che un tempo trasportava legname verso Novigrad. Ora quei boschi maestosi sono territorio di caccia di creature indicibili, e così i piccoli villaggi. Sopravvive, Rostov, ma pagando un tributo di sangue sempre più alto.

Dal Ducato di Nitrya, montuoso e storicamente ricco di pietra e metalli che venivano commerciati con tutti i regni limitrofi, giunge nientemeno che l’erede del regno, insieme ad una buffa figura. Viaggiano verso la Fiera d’Estate forse per ristabilire proficui accordi commerciali, o forse per comprare cereali per sfamare la sua gente. Nonostante la peste sia ormai passata, infatti, si dice che le miniere sui monti fatichino a riprendere i lavori di estrazione e che la popolazione sia allo stremo dalla fame.

Mariberg è senza dubbio il regno del nord più religioso, i conti che governano la regione hanno aperto le porte alla Chiesa della Fiamma Imperitura decenni fa e da allora non pochi regnanti erano anche investiti del potere spirituale, oltre che temporale. Gira voce che a Mariberg, per ragioni sconosciute, la peste continui imperterrita a mietere vittime, mentre i fedeli si flagellano e si battono il petto e gli untori vengono impiccati.
Ulderic Dragovic
#84 - La caccia
Mirabella Loncar
#85 - Fabula
Norbeck Ambrosjev
#86 - La passione
Per Janecz
#87 - Follia
Taran Gregori
#88 - La Fiaccola
Arcturus Vok
#89 - Il cinismo
Konrad Algirdas
#90 - La penitenza

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