Oreste, Il saggio del Solstizio #49 [subLuminal - run 1]

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Oreste
#49 - Il saggio del Solstizio

Interpretato da: F. F.


Motto: Senza inverno non c’è estate |
Gruppo: I Veggenti del Tempo Perduto

Teaser:

Nei giorni dei solstizi la durata del giorno e della notte raggiunge il massimo della sua espanzione. E se d'estate è il momento in cui il buio inizia a vincere sulla luce, d'inverno il sole ha la sua rivincita. I saggi delle fronde sanno che l'uomo e le sue vicende seguono lo stesso andamento. Una salita e una discesa. Un cambio drastico nel bene e nel male. Esiste sempre un momento di svolta, un passaggio, un consiglio o un'intuizione portata dal vento.

Da dove arrivi la magnificente saggezza di Oreste è un mistero. Forse arrivò dal ciclo dei campi che suo padre ha coltivato. Oppure da una fauno, quello che in una notte di giugno gli sussurrò parole segrete dal gusto di miele e di fiele. Ora Oreste con le sue carte segnate dal seme della Luna vede nel passato quel momento pari al solstizio che ha segnato la vita delle persone. Vede il momento della virata. Alcuni dicono di aver visto una paladina dalla ferrea giustizia scappar via da un responso di Oreste madida di sudore e bianca nel volto dopo aver appreso e ricordato che in passato, ben prima di essere un'emissaria della legge, commise efferati e sanguinosi misfatti.
Oreste non ne fa un segreto, e quel che più gli sta a cuore è rovesciare sempre la medaglia, perché è così che si sopravvive alla piatezza della fissità delle cose. Non c'è evoluzione senza uno stravolgimento, ma che sia ben compreso e ordinato nel suo incedere. E a ragion veduta di questi presupposti, la rigità delle regole che disciplinano la vita nella Rocca ad Oreste inizia a star stretta. Ed ecco nascere sul suo viso un cenno di fastidio... lo stesso che in passato sbocciò poco prima che la sua famiglia, i suoi fratelli e la sua casa vennero stravolti dall'arrivo del Nulla.

Oreste si guarda intorno e si rincuora nell'apprendere quante sfumature esistono in questo mondo, e si compiace non poco quando a svelarle è lui stesso. Poi capita di fermarsi davanti ad uno specchio, e quel che osserva è un uomo vestito con lo stesso abito da sempre, con una luce negli occhi immutata, con idee ferme e imprigionate in una stasi simile a quella di un ghiaccio eterno. Prima a poi l'evoluzione degli altri lascerà Oreste indietro? E' forse arrivato il momento di cambiare lui stesso? Se la risposta è sì, che cos'è questa sensazione di paura che blocca i piedi quando il passo successivo poggia su un terreno nuovo come fosse vuoto?

Legami:

Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: I Veggenti del Tempo Perduto - Nazione: Umano - Genere: maschio

Altri membri del gruppo: I Veggenti del Tempo Perduto Nadia (45 ) interpretato da Piera D; Cartesio (46 ) interpretato da simone b; Tobia (47 ) interpretato da Elio D; Ipazia (50 ) interpretato da Martina C; Greta (48 ) interpretato da Jennifer F;